giovedì 14 marzo 2019

Recensione "Trilogia di New York" di Paul Auster

Dopo averlo visto su Facebook,su Youtube e su Instagram mi è venuta molto curiosità del romanzo Trilogia di New York , e in particolare dell'autore Paul Auster.
Recensire questo libro non è per nulla facile e spero di riuscire al meglio ,durante la lettura mi sono sentita un po perplessa vista la su a difficoltà.

Il primo racconto "Città di Vetro" ha come protagonista Daniel Quinn , uno scrittore che a seguito di una chiamata di cimenta in un caso di pedinamento.

<<E poi ,più importante di tutto :ricordare chi sono. Ricordare chi dovrei essere. Non credo che questo sia un gioco. D'altra parte ,non c'è niente di chiaro . Per esempio :tu chi sei?E se pensi di saperlo , perché continui a mentire ?Non ho risposta.Non posso dire altro che questo:ascoltami. Mi chiamo Paul Auster. Non è il mio vero nome.>>

Il secondo racconto "Fantasmi" vede come protagonisti nei personaggi denominati come i colori :White ,Brown ,Blue ed altri. Anche qui vi è una storia di pedinamento che però viene resa complicata dal fatto che il pedinato è pedinato a sua volta.

Infine abbiamo "La stanza chiusa" dove il protagonista alla ricerca del suo migliore amico si immedesima nella sua vita sposando la sua moglie e adottando il figlio.

<< Dentro le parole immaginiamo la vera vicenda ,e a tal fine ci sostituiamo ai personaggi fingendoci capaci di comprenderli perché comprendiamo noi stessi. È una mistificazione. Noi esistiamo per noi stessi ,forse,e talora vogliamo anche un barlume della nostra identità ,ma alla fine non siamo mai sicuri,e col passare delle nostre vite diventiamo sempre più opachi al nostro sguardo ,più consci della nostra disorganicità. Nessuno può sconfinare in un altro-per il semplice motivo che nessuno può accedere a se stesso.>>

La Trilogia di New York è una triade di romanzi molto particolari ambientati nella città di New York, le tre storie le possiamo considerare autoconclusive anche se il terzo racconto presente degli intrecci con i racconti precedenti. Non si parla di intrecci a livello concreto, il tutto rimane su un piano puramente astratto.
Le varie storie si concentrano o su dei pedinamenti o sulla scomparsa di qualche personaggio, una sorta di Giallo rovesciato che vede protagonisti non più i Detective veri bensì degli scrittori che si fingono Detective. Paul Auster ci descrive delle indagini assurde che non hanno nulla in comune con quelle effettuate nei libri gialli ,e questa è appunto una tipica caratteristica della letteratura post-moderna dove le tecniche narrative vengono frammentate e il narratore è risulta poco chiaro e poco affidabile.

Ma il tema principale di questi pedinamenti è la ricerca di se, nonostante i nostri detective cercano qualcuno essi durante le indagini perdono se stessi e con ciò Paul Auster ci disegna un uomo contemporaneo , assorbito talmente dalle cose da diventare le cose stesse. In particolare c'è da dire che chi nel romanzo non è uno scrittore a furia di inseguire chi lo è finisce per divorarlo.

Se cercate delle storie che hanno un filo logico qui non si possono trovare,ci troviamo infatti in situazioni paradossali,indagini assurde ed impossibili e senza soluzioni,personaggi irreali.

Da qui si deduce che Paul Auster in questo romanzo non si concentra su una storia bensì sulla scrittura di essa, abbiamo una metalettura: storie nelle storie,narratore che segue i personaggi che a sua volta seguono il narratore , il che crea un mondo irreale.
È un romanzo contorto,difficile da descrivere(spero di averlo fatto almeno un po) e il tutto lo rende una lettura affascinante.

Con ciò passo alla votazione dandogli un 8.5/10!



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